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La più amata di Teresa Ciabatti

Come vi avevamo detto, quest’anno I Bookanieri si uniscono all’iniziativa dello Stregathon, con la lettura dei 12 finalisti al Premio Strega 2017.

Quest’oggi è la volta de La più amata di Teresa Ciabatti, edito da Mondadori. La scrittrice ha scelto di raccontare in forma autobiografica uno spaccato della sua vita familiare. Al centro del romanzo vi è infatti un grande interrogativo: chi è mio padre? Suo padre, definito quasi da tutti “Il Professore”, era Lorenzo Ciabatti, primario dell’ospedale di Orbetello, paese toscano in provincia di Grosseto. Attorno alla sua figura ruotano una serie di segreti cui Teresa, nel libro, è inevitabilmente esposta, e che condizioneranno la sua intera esistenza.

Il racconto della famiglia Ciabatti, però, inizia prima della nascita di Teresa. Inizia con una presentazione di quest’uomo dall’aura potente, in grado di distinguersi dagli altri anche da ragazzo. Lorenzo Ciabatti diventa presto una figura di spicco, emerge sugli altri, si affianca a personalità di un certo calibro – politica, commercio, ecc. -, insomma, un uomo che in poco tempo è capace di diventare un leader, di accumulare grandi ricchezze e di ottenere la stima di tutti.

Dietro le quinte, però, inizia a consumarsi un dramma: il suo matrimonio con Francesca, donna anticonvenzionale (probabilmente non adatta al Professore, come sostengono in molti alle loro spalle), la nascita dei due figli, i primi problemi. Teresa Ciabatti svela le problematiche di chi ha vissuto a fianco di un uomo di quel tipo, riporta a galla episodi e ricordi legati ad un’infanzia – la sua – condizionata dal denaro, dalle parole non dette, da fatti traumatici che hanno segnato sotto ogni punto di vista il suo io.

La scrittrice ha dato prova di un grande coraggio, nel denunciare senza paura i traumi che ha vissuto da bambina a causa di suo padre, di cui tuttora fatica a scoprire al 100% l’identità. E lo fa con grande onestà, mettendo se stessa e tutti gli altri componenti di quel contorto nucleo familiare alla gogna, perché nessuno possa sentirsi esente da responsabilità.

Ho molto apprezzato l’intero romanzo, che avevo iniziato con alcune perplessità, non lo nego. Ma procedendo con la lettura ho trovato tanti particolari convincenti: la scelta di mostrare più punti di vista (non soltanto il suo, quello di sua madre, quello di suo fratello), ma anche diverse prospettive di se stessa, prima bambina, poi donna.

Insomma, avrete capito che il libro mi ha colpito molto. Spero che gli darete una possibilità.

Giovanna Nappi

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