
Eris edizioni è sempre una garanzia. Lucenti è un libro in grado di condensare al suo interno storia, mistero e fango. Uno di quei volumi che si leggono tutti d’un fiato e lasciano un’impronta indelebile, di quelli che fanno riflettere, pensare.
C’era una malinconia profonda attaccata come una zavorra alla sua anima, una malinconia che si addensava organizzandosi in forme nebulose, come quel polline di quei fiori che quando soffi vola via.
Lucenti è malinconia, sofferenza, crescita. Lucenti è la storia del podere dei Lucenti in Toscana, legato a diverse personalità controverse. Il primo personaggio che incontriamo è Mino, un ragazzino che passa le sue giornate a crogiolarsi e lasciarsi andare nel fango. Mino incontra Lucio, un altro animale primordiale come lui.
C’è molta primordialità in Lucenti, ci sono molte forze oscure, stregonesche che popolano le pagine.
E queste forze ricorrono nelle diverse vicende che hanno impregnato il terreno in cui vive, che hanno percorso quel podere, lo hanno animato, profanato, plasmato.
Udovicio Atanagi (pseudonimo) piazza la sua storia in una terra ancestrale e amara dove tutto accade e i Lucenti si muovono creando la loro storia.
Lunghe frasi complesse, poche virgole, parole ritmiche e giuste, servono a un linguaggio che narra per immagini, evoca cosa gli occhi dei protagonisti vivono.
Grandi opere che raccontavano nella sonorità delle parole comuni tutta la grandezza e la vacuità dell’immensa tristezza umana.
In Lucenti sono molte le illustrazioni realizzate da AkaB, bellissimi pozzi neri in cui immergere la propria fantasia accompagnati dai flussi di parole di Atanagi.
E in Lucenti c’è orrore, c’è fango, sangue, putrefazione, c’è scoperta, crescita, mistero. Una serie di elementi che accompagnano ciclicamente, in una storia senza inizio e fine, tutti i personaggi, prede e predatori, nella cupa e asfissiante provincia.
Un libro da scoprire e divorare pagina per pagina.
Il mondo puzzava di sangue, il mondo, l’universo intero erano completamente sporchi di sangue.