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Quella metà di noi, Paola Cereda

Il ciclo delle esistenze umane procede spesso incurante dei sentimenti e delle attese dei singoli individui, semplicemente scorre.

Questo è ciò che accade a Matilde, protagonista del romanzo Quella metà di noidi Paola Cereda, edito Giulio Perrone Editore e candidato al Premio Strega 2019. Il libro è stato scelto per il GruppodiletturaDay, che ogni anno seleziona un’uscita da sviscerare da molteplici punti di vista.

Matilde è una donna di sessantacinque anni, maestra per tutta la vita e riuscita a raggiungere l’agognata pensione prima dell’ennesima riforma. Ma, invece di godersi la pensione in santa pace, decide di intraprendere un nuovo viaggio: diventa infatti la badante di un rinomato ingegnere costretto sulla sedia a rotelle da alcuni anni, sorprendendo chi la conosce, familiari compresi.

In realtà, l’unico familiare che le sia rimasto è sua figlia Emanuela, con la quale ha un rapporto conflittuale, fatto di distanze che si interrompono soltanto in occasione delle “feste comandate”. Tanti auguri a Natale e ci rivediamo il prossimo anno. La storia di Matilde prende così il via, cadenzata dalla routine quotidiana presso Barriera, quartiere periferico di Torino che diventa protagonista, assieme a lei, del romanzo. Nel suo appartamento al quarto piano senza ascensore Matilde ogni giorno si sveglia e si prepara per andare a svolgere la sua mansione, cui si è ormai abituata nonostante la schiena reclami un po’ di riposo. Entriamo così a conoscenza dell’Ingegnere, di sua moglie Laura, schiava del gioco, e di Dora, domestica dal caratteraccio ma in fondo dal cuore tenero.

Nella narrazione del romanzo, al tempo presente si sovrappongono scorci dal passato, finestre su ciò che è accaduto e che ha portato Matilde alle sue scelte attuali. Salti temporali che impermeano il libro dall’inizio alla fine, ma che non si rivelano esaurienti per il lettore, spesso disorientato perché il puzzle della vita di Matilde e dei personaggi che la circondano è incompleto.

Questo senso di smarrimento provato nel corso dell’intera lettura viene parzialmente sedato da alcune rivelazioni, messe nero su bianco non – come ci aspetteremmo – come rivelazione della protagonista agli altri, come spiegazione ai suoi comportamenti, ma come un flusso di coscienza che lei, purtroppo, non avrà mai di riportare a voce alta. Matilde è stata infelice per molti anni, è una donna sola che ha fatto scelte sbagliate, come tutti d’altronde, e che sta cercando dentro se stessa il coraggio di accettare i propri errori e di andare avanti negli anni che le si prospettano davanti.

Leggendo la sua storia, profondo è stato il senso di tristezza che mi ha colpito, perché i suoi sacrifici non meritavano di essere raccontati, ma taciuti come una sorta di autopunizione obbligata. Quella metà di noi è sicuramente un romanzo difficile, e l’impressione che ho avuto è che l’intento dell’autrice sia stato proprio quello di non rendere scorrevole la lettura, di far pesare ogni pensiero e ogni accadimento agli occhi di chi lo avrebbe letto.

Per gli amanti delle grandi narrazioni, sicuramente questo non è il romanzo che fa per voi. Questo libro è intimo, introverso, non lineare. Quando lo avrete finito penserete di aver bisogno di saperne ancora, di non essere stati soddisfatti. E va bene così.

Giovanna Nappi

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