Il tempo è un pianto che non si recupera.
Quando pensiamo al rap di certo non siamo portati a immaginare canzoni ricche di storie simboliche, delicate raccontate con ritmi incalzanti e rime studiate. Siamo abituati ad ascoltare, anche se in italiano, un rap mutuato dalla tradizione americana, nato negli anni ‘70 e utilizzato come strumento di critica e presa di coscienza.
Con Murubutu invece, all’ anagrafe Alessio Mariani, si assiste a un’ operazione diversa e complessa. Il fulcro della canzone continua a essere il testo, studiato in ogni parola, poetico ed evocativo, mai fine e se stesso e arricchito da riferimenti culturali che faranno felici i lettori più esigenti; nei suoi testi si strizza l’occhio a Fitzgerald, Mario Rigoni Stern e Wordsworth, solo per citarne alcuni.
L’intento dell’autore che sceglie come tematica di ogni album il mare, il vento, la notte, l’amore, è quello di veicolare un messaggio, di farsi portatore di cultura attraverso un mezzo che possa raggiungere i più giovani.
In questo fumetto edito Becco Giallo, le canzoni del rapper prendono forma e consistenza grazie ai disegni di Ernesto Anderle già autore di “Vincent Van Love” e “Ridammi la mano. Fabrizio de André” e responsabile dei live paintings che accompagnano i concerti del rapper emiliano.
Lo stile dei disegni si riconferma sognante, la successione delle narrazioni è fluida e la scelta cromatica perfettamente in linea con le suggestioni trasmesse dai testi dai quali nascono.
La tavolozza usata è ricca di pastelli, colori vibranti e luminosi che donano poesia, allegria o malinconia a seconda del racconto che viene descritto.
Pagine di pura arte ottimo spunto per conoscere in modo nuovo e originale il lavoro di un disegnatore bravo come Enderle e di un cantante come Murubutu.
Per gli animi romantici.
Per i grandi sognatori.
Per chi crede che la vita sia ancora più bella se imbevuta di poesia.
Si presentò all’alba, coi fiori di campo
Parole d’amore, soffioni nell’aria
Com’era bella la sposa vestita a festa
Radiosa, pudica e fresca, poi donna felice e puerpera
E in quella terra un tugurio poche finestre
Da buco di rovi e vespe, divenne di luce e festa
E lui con le sue mani, ne eresse le basi poi i piani, le travi
Il domani, il domani
Negli acri fra tigli, negli anni coi figli, poi figli dei figli
Lei che piange di felicità
da “La vita dopo la notte”
Nicole Zoi Gatto