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Persone normali

Persone normali di Sally Rooney

Siamo tuttə persone normali? O non lo è nessuno? E cosa significa, poi, essere normali? È un’ambizione, uno status, una condanna?

Sally Rooney intitola proprio Persone normali il suo secondo romanzo, pubblicato in Italia da Einaudi editore e diventato un successo editoriale, soprattutto grazie alla serie TV omonima .

LA STORIA

Marianne e Connell frequentano lo stesso liceo a Carricklea, nella provincia irlandese. Rappresentano due tipologie contrapposte di individui.

Marianne, di estrazione sociale alta, è solitaria, spesso considerata strana da compagnə e insegnanti per la tendenza a non badare troppo alle apparenze e a essere irriverente, talvolta scontrosa.

Connell, di umili origini, è ben inserito nel contesto scolastico, benvoluto da tuttə, sportivo, di bell’aspetto, quello che all’unanimità sarebbe definito “un bravo ragazzo”.

Lorraine, mamma di Connell, lavora all’interno della casa di Marianne come donna tuttofare.

Ed è in questo ambiente apparentemente neutro – la casa –, in cui è come se non vigessero le regole sociali della scuola, che i due entrano in contatto, o collisione, iniziando quella che sarà a tutti gli effetti una relazione complessa, irregolare, confusa, emotivamente totalizzante e allo stesso tempo respingente.

D’ora in avanti, a più riprese, accompagneremo queste due persone nel difficile percorso di crescita e di superamento dell’adolescenza per muovere i primi passi come uomini e donne adultə.

Il gancio narrativo è affidato alla struttura dell’intero romanzo, scandita da salti temporali più o meno brevi che fungono da diapositive della vita vissuta in quel preciso momento, cariche del significato degli eventi del passato.

Bastano poche pagine e inizia già a profilarsi un dualismo tra ciò che intimamente i due sentono e ciò che ritengono vada mostrato all’esterno.

CONNELL

Connell è un personaggio doppio. Si sente diviso in un ruolo socialmente approvato, in cui è (pensa di essere) padrone della situazione, e un ruolo privato, che custodisce come un segreto e non osa condividere all’esterno per paura di essere giudicato, escluso, incompreso, offeso.

Persone normali, Connell

Nel suo negare al mondo intero di avere una relazione con Marianne, nella pretesa illusoria di poter andare avanti con questa doppia vita, Connell mostra al lettore la sua completa inadeguatezza.

È incapace di riconoscere e quindi gestire la propria insicurezza, non è in grado di sciogliere i nodi che gli tolgono il respiro.

L’ansia di cui soffre, che tornerà in forme diverse nel corso del romanzo, è totalizzante, accecante. L’unica soluzione per lui è quella di tenere Marianne e ciò che rappresenta in un angolo.

Nell’egocentrismo di tutelare la sua posizione, Connell provoca milioni di fratture rendendo la strada per una relazione sana del tutto inagibile.

MARIANNE

Dal canto suo, Marianne si affida completamente a Connell, alle sue scelte e ai suoi desideri. Percepisce il torto subito, ma lo accetta sommessamente, come se fosse l’unica possibilità a sua disposizione.

Persone normali, Marianne

In questo gioco delle parti in cui la perdente è sempre lei, Marianne mostra a sua volta le proprie fragilità. Una famiglia fredda e assente, con scheletri che si mostreranno in tutta la loro bruttezza; comportamenti passivo aggressivi che col tempo diventeranno sempre più pericolosi e deleteri.

I due sono due rette che procedono parallele e che solo in alcuni momenti si incontrano, svelandosi per ciò che sono, senza maschere. In quegli istanti la perfezione è massima, ma fugace; il rischio di farsi male altissimo.

Nel passaggio dal liceo all’università i ruoli cambieranno, ma resteranno ferme le insicurezze.

È probabile che tuttə, almeno una volta nella vita, si siano trovatə a gestire ansia, attacchi di panico, debolezze.

Ma Sally Rooney, dall’alto della sua giovane età (classe ’91) ha avuto il coraggio e la lucidità di raccontare quelle dinamiche con grande consapevolezza. Parlare di depressione, autolesionismo, violenza con protagonisti giovani prossimi ai vent’anni è inusuale se fatto in questi termini.

Per questo motivo, non si può che non apprezzare Persone normali. Sebbene a qualcuno possano sembrare poco plausibili, addirittura esagerati, i comportamenti descritti in realtà non lo sono affatto.

Nel tentativo da un lato di liberarsi dallo schiavismo delle proprie origini e dall’altro di uniformarsi alla società che divide et impera, la normalità può apparire irraggiungibile, un lusso non per tutti.

persone normali

Se ci dovessimo fermare ad un’analisi dei contenuti del romanzo, il giudizio finale non potrebbe che essere positivo.

LO STILE

Ma in una qualsiasi valutazione non si può non considerare l’aspetto stilistico. La scrittura appare acerba, a tratti banale. I dialoghi, resi in una forma semi-indiretta, il continuo ripetersi di espressioni come “ha detto”, “ha fatto”, rovinano e rallentano.

Complice probabilmente una traduzione non eccellente (e mi perdonino i mestieranti, è solo il mio parere), nel complesso lo stile di Rooney non convince, compromettendo il risultato.

L’imperfezione stilistica e la perfezione dei personaggi si scontrano in una battaglia impari. Impari perché grande forza alla storia è data dalla serie TV, così intensa sotto ogni punto di vista da aver contaminato l’esperienza di lettura, elevandola.

Giovanna Nappi

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