“Del corpo che mi sostiene, percepisco soltanto il punto di rottura.”
Cesare Forti è una maschera, un uomo finto, inventato, del tutto falso. Ha costruito un impero industriale, ha una moglie ed una figlia ma gli manca se stesso. Cesare Forti è una costruzione ardita, in cui ogni mossa e parola è calcolata. Un uomo distante, freddo, pragmatico, di successo. Il vero Cesare non esiste. Non può essere definito. E’ un’anima in balia degli eventi, delle emozioni, dell’amore per una donna, Alma. Una donna misteriosa, forte, ammaliatrice. Nessuno può dimenticarsi di lei, porta dietro di sé un alone che conquista tutti. E Cesare ne è stato completamente risucchiato.
Cesare comincia vivere con Alma. Nasce con lei.
“Alma ha esercitato da subito il potere del dolore che precede la nascita, mi ha catturato con la miracolosa forza del suo travaglio.”
Cesare è il protagonista di E’ stato breve il nostro lungo viaggio di Elena Mearini edito da Cairo editore e nella cinquina del Premio Scerbanenco. Un noir che racchiude in sé un vero e proprio percorso di formazione di ogni singolo personaggio.
Un libro denso e carico, accompagnato da una scrittura sottile e pregna di emozioni. Una poesia in prosa quella della Mearini che ricorda i suoi componimenti di Strategia dell’addio, edito da Liberaria (trovate la nostra recensione qui).
Ogni parola sprigiona il suo significato, è scandita come il suono di una nota di un pianoforte. E lascia una scia di malinconia, un sapore che si avverte scorrendo ogni pagina.
Del resto questo libro è un libro sulla mancanza. Ogni personaggio ha qualcosa che manca e inevitabilmente ha creato un vuoto incolmabile.
Alma, Cesare, sua moglie Margherita e persino David, un ragazzino con un ruolo importante, hanno un pezzo del puzzle mancante.
Cesare non ha se stesso, è definito dagli altri, dai suoi colleghi, dal suo successo, dal giornalista che lo elogia, da sua figlia che lo idolatra, nessuno conosce cosa ci sia oltre la superficie. Pirandello credeva nell’esistenza delle maschere, portate da ognuno di noi, ottimi attori che cambiano a seconda di chi ci guarda. Lo stesso Cesare porta una grande maschera di protezione attorno al suo corpo, ma dentro è un bambino in gestazione che seguendo il corso di alcuni eventi cruciali, diventerà uomo.
La storia di Cesare si sviluppa in poche settimane e ruota intorno alla sua crescita. Una storia dolorosa, scandita dal tempo, dal tormento, dalla nascita della consapevolezza. Presenza costante è Alma, una donna complessa che per Cesare è un punto di forza ma in realtà, come vedremo da alcune pagine scritte col suo punto di vista, Alma è una donna fragile, con un passato pesante e pressante che la porta a una costante ricerca.
I destini di Cesare e Alma si scontreranno, esploderanno e ciò che ne verrà fuori sarà, appunto, un percorso di esplorazione del vero io, di chi si è veramente nel profondo, senza alcuna apparenza da mantenere, sino ad arrivare ad uno stato di assoluta consapevolezza. Si tratta di un viaggio. Ogni personaggio gioca sul confine tra verità e finzione, in una danza frenetica che porta all’agognata meta.
La Mearini riesce a creare un ottimo personaggio principale, un uomo controverso e tormentato. Riesce a soffermarsi sul punto di vista maschile con delicatezza e prepotenza, facendoci assaporare un’identità a trecentosessanta gradi. Una delle poche scrittrici donne in grado di poter affrontare ed esplorare il pensiero maschile.
E’ stato breve il nostro lungo viaggio è un romanzo che va assaporato e vissuto. Ogni mistero, ogni dolore, ogni mancanza, ogni parola va sentita e scandita sulla pelle. Un noir catartico.
Ilaria Amoruso