Malaparte. Morte come me (edito da Baldini&Castoldi) è stato un romanzo scoperta. Un romanzo di quelli che non ti aspetti sia così avvincente, ricco di spunti, descrizioni, emozioni. Lo scopri strada facendo, pian piano, quando tutto viene svelato, mostrato e cominci a capire, a sorridere. Vedi Curzio Malaparte muoversi per Capri, lo vedi parlare col suo cane Febo, lo vedi agire, gioire, pensare, calcolare. Lo vedi fallire e rinascere. Lo vedi.
E’ qui il punto, Monaldi e Sorti riescono a render vivo ancora una volta Malaparte, a renderlo ancora quel grande scrittore che è stato.
Curzio infatti è nei guai, è l’estate del 1939, la guerra è alle porte e Malaparte è una figura scomoda in Italia, per il Duce. Viene così accusato dall’OVRA di aver ucciso una ragazza inglese, Pam Reynolds. Da qui inizierà un lungo viaggio per risolvere il mistero, per scagionarsi. Un viaggio che è in realtà molto altro, è un viaggio per redimersi, per conoscersi meglio, più a fondo, ed espiare il dolore di una vita, il dolore degli errori.
Morte come me non è soltanto il classico “giallo”, ma molto altro. Diventa la chiave di lettura di una vita, della vita di ognuno di noi. In Morte come me c’è tutto: dolore, morte, vita, sogni, coraggio. C’è la nostra forza di volontà di sopravvivere, la nostra volontà di rimediare. Perché la morte è parte di noi fin dalla nascita e tutti sappiamo che dovremo accostarci a lei sempre.
Malaparte è un romanzo per riflettere, per andare al di là del solito “caso” da risolvere tipico del genere. Malaparte è un modo per conoscere Capri, per conoscere la situazione italiana nel 1939, i potenti, la gente che conta. E’ un romanzo che dimostra l’importanza del nostro legame con la natura, che definisce ciò che siamo, come siamo nati. E’ un romanzo che ci mette in comunicazione con gli animali: bellissimo il rapporto tra Curzio e Febo, il suo cane. L’uno è l’altro, e viceversa, pensano all’unisono, agiscono all’unisono. Come dirà lo stesso protagonista, il cane è il prolungamento di noi stessi, ragiona come noi, prova ciò che proviamo noi. Ci dimostra che ciò che ci circonda e ci è vicino, ciò che amiamo, è strettamente connesso col nostro io ed è simile a noi. Ci influenziamo a vicenda.
Morte come me è, quindi, un libro con molti piani di lettura. Un libro che ci permette di approfondire vari campi umani e anche di avvicinarci alla figura di Curzio, un uomo stravagante e molto importante per la letteratura e l’Italia negli anni del primo 900.
Un libro consigliatissimo anche a chi non è amante del genere.
Ogni scrittore, ogni attore, ogni musicista trova il proprio spettro in un cane, il cane che mette a nudo il suo inconscio, e lo fa diventare se stesso. Direi anzi che il vero compito di ogni cane è proprio guarire l’inconscio del suo padrone.
Ilaria Amoruso