Benedetti siano i social.
Se è vero come è vero che ormai internet sta prendendo il sopravvento nelle nostre vite, che gli smartphone, Facebook e affini stanno influenzando ogni nostra mossa, portandoci molto spesso a non vivere pur di immortalare e condividere ogni istante della nostra triste e misera esistenza, c’è ancora chi crede che essi possano essere il mezzo giusto per veicolare un messaggio, fondamentale quanto far sapere a tutti che esistiamo da un post: non solo tu esisti, tu non sei solo.
Questo è ciò che Coma Empirico, al secolo Gabriele Villani, ha deciso di fare con la sua matita.
Le tavole raccolte nel volume edito Becco Giallo “Tutta la notte del mondo” sono l’esempio di come i nostri dubbi, le nostre riflessioni su noi stessi, su quale direzione stiamo dando alle nostre vite non sono frutto di un semplice crogiolarsi nell’autocommiserazione, di un voler lamentarsi di come tutto faccia schifo e non ci soddisfi, di quanto grande sia il vuoto che proviamo. No. Coma Empirico va oltre.
Le debolezze, i continui vacillamenti, le indecisioni e soprattutto la ricerca della propria felicità, del proprio posto nel mondo, non sono difetti di un apatico qualunque, sono quello che più ci rende umani, sono il nostro lato sano, profondo, sono ciò che ci porta a migliorare costantemente, che ci fa mettere in discussione le scelte che prendiamo, le persone che incontriamo sulla nostra strada, la vita che conduciamo.
Nei disegni presenti in “Tutta la notte del mondo” ci sono io, c’è un po’ di voi, c’è tutto il mondo interiore che abbiamo già o che arriveremo ad avere una volta acquisita la giusta consapevolezza.
E tutto questo turbinio di sensazioni, di emozioni e di paturnie per dirla alla Capote, sono rese con una delicatezza di tratto ma una precisione di messaggio estrema, una raffinatezza di stile ma anche un’incisività data dall’uso del bianco e del nero, che non sempre si riesce a ritrovare in opere narranti l’universo umano.
Con l’aiuto di personaggi che accompagnano il protagonista, alter ego di ogni lettore, il gatto saggio, la luna riflessiva e la donna amata e sfuggente, viene data voce alla malinconia di una generazione intera.
Spesso in opere di questo tipo si cade nello scontato, nel banale, in uscite che ti fanno pensare “l’ho già visto, nulla di nuovo”.
Gabriele invece porta se stesso, porta noi su carta, con tutte le complicazioni e le contraddizioni che ci rendono inguaribili e insoddisfatti sognatori.
Nicole Zoi Gatto