Per me Lucca Comics significa anche girare fra gli stand di fumetti, libri e graphic e lasciarmi ispirare. Quando sono passata dallo stand della Tunué, la mia attenzione è stata attratta da una copertina. Una figura femminile, un cappotto nero, e sullo sfondo degli alberi colorati, in uno stile che mi ha ricordato a primo acchito il puntinismo. Poi ho letto il titolo, Colori Invisibili di Sabrina Gabrielli edito Tunué. Ho sentito di dovermi fermare e per fortuna l’ho fatto. Ho avuto modo di ascoltare un po’ della storia di Leila direttamente dall’autrice Sabrina, di parlare con lei e apprezzare direttamente il suo lavoro (per questo amo le fiere così tanto).
La protagonista di Colori Invisibili è Leila, una ragazza ormai da due anni affetta da acromatopsia cerebrale che non le permette più di vedere a colori. Il suo mondo è fatto di grigi, bianco e nero e grazie a un microchip sperimentale quei grigi sono diventati più caldi, più seppia. La sua vita viene stravolta quando vede il fattorino della pizza, Luca, totalmente arancione. Leila e la sua migliore amica Sofia cercano quindi di indagare, di capire cosa stia accadendo. Da qui Leila conoscerà Mia, Giulia, Gianfi e Luca che diventerà il suo nuovo amore. Ma la particolarità di Colori Invisibili sta proprio nel lavoro di accettazione. Quello che fa Leila è un vero e proprio percorso in cui è lei stessa a procedere attraverso i ricordi e la percezione di alcuni colori per arrivare a comprendere se stessa, la sua malattia e a riprendere in mano la sua vita.
Il cambiamento e l’accettazione deve partire da noi stessi in primis. Gli altri possono accompagnarci ma il vero passo viene da noi. E qui è Leila a farlo, alla fine del racconto, in quella che sarà una nuova fase della sua vita.
Ma Colori Invisibili è anche amore, resilienza, nuove amicizie, calore, perseveranza. E soprattutto è Sofia, la migliore amica di Leila, una sorella. Due donne forti e in gamba che si sono trovate e si coprono le spalle a vicenda. Il loro rapporto è splendido, viscerale, Leila c’è sempre per Sofia e per Tommaso, suo figlio, e Sofia farebbe qualsiasi cosa per Leila. Il loro legame colpisce fin dalle prime pagine ed è una certezza che resta, che commuove per quanto sia potente. È quell’amore che aiuta Leila nella sua crescita.
Anche gli altri personaggi risultano ben caratterizzati, questo accade sia per il sapiente uso del colore nelle tavole, ma anche per il modo in cui sono stati scritti dall’autrice. Luca ci appare fin da subito un ragazzo dolce e comprensivo, e la relazione che si crea tra lui e Leila viene gestita con delicatezza e sensibilità. Sabrina Gabrielli fa un uso sapiente dei passaggi di tempo nella storia che ci permettono di comprendere quanto il loro rapporto sia cresciuto e maturato, e il loro legame consolidato. E ci si affeziona non solo a loro ma anche a Giulia e Gianfi, che assieme a Luca sono i Pastel Grannies, band dai tono rock, o a Mia, la compagna di Giulia, con la sua passione per la sceneggiatura e per le storie.
Di Sabrina Gabrielli c’è tanto in Colori Invisibili. C’è la passione per il disegno, Leila è un’illustratrice che però ha smesso di disegnare dopo la diagnosi della malattia, Luca realizza i poster per la band, e c’è la musica. Infatti Sabrina ha cominciato la sua carriera realizzando poster per la band in cui suonava con suo marito, e in Colori Invisibili Luca, Gianfi e Giulia sono appunto i Pastel Grannies, la band rock in cui la protagonista troverà una nuova famiglia.
La particolarità di Colori Invisibili sta proprio nell’uso del colore. Le scelte cromatiche variano in base al diverso punto di vista che viene adottato. Si passa dal bianco e nero e seppia di Leila, ai colori accesi di Luca, o ai toni del blu per i ricordi o ai colori caldi con gli altri personaggi. Questa caratterizzazione legata al colore restituisce un’immensa importanza alla storia di Leila, alla sua malattia, e al valore dei personaggi che la compongono. Ci permette di entrare nella storia attraverso il loro punto di vista, e a immedesimarci nella vita della protagonista, nella sua sofferenza, rendendoci complici della sua visione del mondo. Sabrina ci avvicina alla sua condizione, ci fa capire cosa possa voler significare essere privati del colore, delle sue sfumature, quanto ci possa condizionare. Leila non riesce a illustrare, a disegnare, vive in un appartamento pieno di scatole che non le importa disfare. Vive a metà perché non accetta che una parte di lei sia andata via, che i colori le siano stati strappati, e come si può viverne senza?
Leila cambia. Perché solo la consapevolezza e il mutamento possono portare all’accettare una mancanza. Cambia per Sofia, per i suoi amici, per Luca, ma soprattutto (e questo è importante sottolinearlo), cambia per se stessa. In un percorso di crescita e consapevolezza di sé, di accettazione appunto di chi si è. Leila non è la malattia e la malattia non è Leila. Leila è Leila grazie a se stessa e a chi la ama e la sostiene. L’apatia lascia spazio alla passione, al cuore. Sabrina poi fa una scelta vincente, gioca con la sinestesia, e Leila si ritrova a vedere degli sprazzi di colore che sono associati ad alcuni dei ricordi più significativi e importanti della sua vita. Questo meccanismo dona ancora più profondità alla storia e restituisce emozioni forti a noi lettori. Ne vien fuori una storia ben scritta, con uno stile delicato, pulito, attento ai colori e di grande impatto visivo. C’è attenzione ai dettagli, sia da un punto di vista grafico che di scrittura.
Sabrina Gabrielli nel suo esordio Colori Invisibili si rivela essere non solo una talentuosa illustratrice ma anche una scrittrice in grado di regalarci una storia che commuove e smuove dall’interno chi la legge, una storia che lascia il segno e fa riflettere. Una storia che tutti dovremmo leggere.
Ilaria Amoruso